Reggio Emilia nel suo percorso di promozione del corteo del 16 ottobre ha affrontato tre diverse tappe, cercando di unire tramite lo stesso filo conduttore le due mobilitazioni del mondo della formazione dell'8 e del 9 ottobre con il dibattito pubblico dell'11 Ottobre, in cui attraverso gli interventi dei tre relatori: Luca Tornatore di RIGAS, Valerio Bondi segretario provinciale della FIOM e Gustavo Soto Santiesteban, rocercatore boliviano di Cochabamba, si è data la complessità del contesto nuovo che ci troviamo ad affrontare e si è espressa la necessità di costruire percorsi comuni che attraversando il corteo di sabato raggiungano Cancun, attraversino le diverse istanze sociali che accendono i nostri territori e stabiliscano un nuovo immaginario e nuove proposte di vita possibili e agibili.
La crisi che oggi viviamo rappresenta per molti aspetti il delinearsi di un futuro molto diverso rispetto ai decenni appena trascorsi, un futuro che è solo agli albori.
Per noi, se le condizioni che ci hanno
portato a questa situazione continuassero ad essere riprodotte, come
è sotto gli occhi di tutti, risulta evidente che essa segna
l’impossibilità di pensare ad un mondo più giusto, possibile e
vivibile per tutti. Per gli apologeti del mercato e del capitalismo,
si presenta la possibilità di cancellare qualsiasi tipo di ostacolo
sociale all’arricchimento di pochi a scapito della miseria di
molti. Come dimostrano le crisi finanziarie, è grazie ad esse, e
alle politiche messe in atto dai governi per affrontarle, che il
sistema che garantisce enormi quantità di potere e di denaro a
banchieri e speculatori, non solo non viene messo in discussione nei
suoi elementi fondamentali, ma viceversa aumenta rendita finanziaria,
profitti e divario sociale. In questo spaccato odierno si staglia
come esemplare il tentativo di federmeccanica e della Fiat di isolare
ed annientare la FIOM, il più grande sindacato metalmeccanico
italiano, rimasto oggi l’unico ostacolo resistente alla
riorganizzazione autoritaria del settore industriale. La battaglia
comune da intraprendere è ancora una volta legata ad un quadro
globale dove unire le differenti lotte locali è strategico e
auspicabile. La partecipazione
collettiva alla manifestazione del 16 ottobre a Roma pone una
sperimentazione nuova se consideriamo questo appuntamento come uno
spazio in cui diverse forme di aggregazione e lotta e anche singoli
individui, dagli studenti ai migranti, dai ricercatori agli
ambientalisti, da chi lotta per il diritto alla casa e contro le
speculazioni fondiarie a chi si batte contro la crisi climatica, a
coloro che vivono lo sfruttamento delle vecchie e nuove forme del
lavoro, ai comitati a difesa dei beni comuni fino alle realtà che si
mobilitano a difesa dei diritti umani e contro la guerra, possano
trovare forza e visibilità uniti.
Uniti contro la crisi per
uscire dalla parabola discendente riscontrabile in ogni ambito della
quotidianità, dai banchi e le cattedre scolastiche e universitarie,
alle fabbriche, le telefonie, i palchi, le strade, le città e le
proprie case.