Trento - Reclaim our Water, reclaim our Spaces

Facoltà di Sociologia: festa & assemblea per l'acqua pubblica e gli spazi autogestiti

24 / 5 / 2011

TrentoAnomala organizza:

Festa & assemblea a sostegno del referendum sull'acqua pubblica e in difesa degli spazi universitari autogestiti.

Martedì 24 maggio

FACOLTA' DI SOCIOLOGIA
NEL CORTILETTO INTERNO (INGRESSO DA VIA ROSMINI)

DALLE 19.00 

concerto di Bob and the Apple Fan Chaabi Quintet

dj set trashdj set dubstep/ d'n'b

saranno presenti banchetti del comitato referendario contro la privatizzazione dell'acqua, ass. Cinema Jenin, ass. Ya Basta, collettivo universitario TrentoAnomala.

12-13 giugno tutti a votare Sì contro nucleare e privatizzazione dei beni comuni!

SARÀ POSSIBILE ISCRIVERSI COME RAPPRESENTANTI DI SEGGIO PER I FUORI SEDE CHE VOGLIONO VOTARE A TRENTO PER IL REFERENDUM...

MANDA UNA MAIL A[email protected]

Info: www.acquabenecomune.org

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MARTEDì 31 MAGGIO

ORE 18.00 AULA13LIBERATA (I PIANO) SOCIOLOGIA

ASSEMBLEA PER GLI SPAZI AUTOGESTITI E SULLA MANCANZA DI SPAZI DI AGGREGAZIONE UNIVERSITARIA A TRENTO

NON CHIUDETE QUELLA PORTA

DIFENDI L'AULA13LIBERATA!

L'aula 13 liberata esiste dal marzo del 2009, da studenti/esse del collettivo universitario Trento Anomala, nato durante le mobilitazioni dell’Onda dell’autunno precedente. Di fronte al muro che il rettore e le istituzioni universitarie hanno opposto alle rivendicazioni studentesche, il movimento ha deciso di prendere l’aula 13 della facoltà di sociologia e di iniziare un percorso di autogestione che dura tuttora.

Dopo mesi di mobilitazioni contro la riforma Gelmini e la provincializzazione coatta dell'ateneo trentino, gli avvoltoi-baroni attendono, dall'alto delle loro presidenze, la paralisi estiva della partecipazione studentesca per attuare il loro piano di normalizzazione.

Nè proteste, né striscioni, né aule occupate nel nuovo scintillante ateneo a gestione provinciale, nessuno studente reietto dovrà disturbare principi e rettori mentre impostano la didattica e le strutture dell'università ad uso e consumo dell'imprenditoria locale.

In questa prospettiva anche la facoltà di Sociologia, dopo il restauro architettonico, deve mettere in cantina, come un vecchio scatolone, la sua tradizione di radicale critica degli sfruttamenti quotidiani (dei territori e dei beni comuni, del lavoro, del sapere stesso), deve insomma perdere definitivamente ciò che la rende ruvida e scomoda.

L'università è come un'impresa e questa non ha spazio per “sovversivi” che rifiutano di contemplare il presente,ma pretendono di cambiarlo.

Le motivazioni più plausibili non sono mai nominate: si dice che “alla facoltà servono spazi”.

Di quali spazi hanno bisogno le nostre facoltà? Di aule ed uffici ce ne sono in abbondanza, ed altri sono in costruzione, giacché l'edilizia è l'unico settore scolastico dove i soldi non sembrano mancare mai.

L'aula13liberata, prima che luogo fisico, è un luogo simbolico, un punto di incontro, di scambio. In questi anni le diverse mobilitazioni e le differenti anime resistenti della società trentina che l'hanno attraversata, hanno contribuito a mutarne ed arricchirne la natura, pur mantenendo una coerenza politica di fondo. Due occupazioni della facoltà di sociologia contro la riforma Gelmini e la provicializzazione dell’Università di Trento, le mobilitazioni dei precari dell’università, le diverse soggettività in lotta contro la privatizzazione dell’acqua, i comitati contro la costruzione dell’inceneritore a Trento, il protagonismo migrante dello sciopero del primo marzo, la lotta contro l’ulteriore svilimento dei diritti dei lavoratori dopo il referendum capestro di Mirafiori, il gruppo di studio sui rapporti tra università degli studi di Trento e Finmeccanica, ed le analisi rispetto le oppressioni di genere, tutto ciò ha contribuito a creare e a legittimare uno spazio che è parte dall’università ma che si diffonde, contamina ed è contaminato dal “mondo di fuori”.

Opponiamo infatti all'università della crisi, governata dal profitto privato e dai poteri accademici, utile solo a farci diventare precari obbedienti in un mercato del lavoro dominato dal ricatto e dalla mancanza di diritti, un'università sociale capace di cambiare la realtà. Un' istituzione in cui il sapere non si chiude in torri d'avorio protette da numeri chiusi e tasse crescenti, ma interagisce in modo critico con i processi sociali esterni emancipandosi dalle necessità produttive che vorrebbero influire sulla didattica.

L'aula13liberata non deve scomparire, ha bisogno di aumentare ancora le sue attività grazie alle energie di tutte e tutti. Chiediamo ad ognuno di portare il suo contributo nelle prossime settimane in modo da reagire collettivamente all'attacco delle dirigenze accademiche contro un luogo che è diventato bene comune per la facoltà, l'ateneo e l'intero trentino.

Uno spazio dove vivere l'università in modo diverso, in direzione ostinata e contraria rispetto all'università-azienda della continua e apatica rincorsa ai crediti e estraneo a qualsiasi forma di autoritarismo e intolleranza fascista.

Eventi

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