Anomalie Urbane presenta il sesto incontro di Autoformazione

Venezia - Luoghi Comuni

Workshop di pianificazione, architettura, design, comunicazione, socialità

13 / 10 / 2009

ANOMALIE URBANE … make  worlds  before  buildings

LUOGHI COMUNI 22-27 OTTOBRE 2009
Workshop di pianificazione, architettura, design, comunicazione, socialità.

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Parteciperanno al workshop i collettivi Refunc, Do Knit Yourself, Guerrilla Gardening,  Magda Sayeg (Knitta Please), iStrike Foundation,  ASC (agenzia sociale per la casa) ed il gruppo Rebiennale.
Esistono  ambienti e spazi dimenticati in ogni realtà urbana che invocano la nostra attenzione ed  ambiscono ad una nuova dimensione comune,  offrendosi a noi come opportunità di espressione, di cooperazione, di azione e rigenerazione.

Visibili o inosservati, legati ai nostri desideri e al nostro vivere,  oppure rifiutati e rifuggiti, spesso nati già come non luoghi o aree di risulta, diventati contenitori di spontaneità urbane o segni tangibili di degrado e dimenticanza.

Spazi interclusi, disponibili al progetto, ci stimolano ad una riconversione culturale che si innesti nell’eco-sistema sociale ponendosi come beni relazionali ed elementi di coesione urbana all’interno dell’habitat territoriale particolare.

Veri e propri spazi del welfare,  non possono più essere luoghi di ‘nessuno’, in attesa di interventi privati, o di un Pubblico lontano:  possono e devono diventare Luoghi Comuni.

Cittadini, studenti, associazioni, gruppi di artisti ed architetti ne hanno discusso nei vari appuntamenti  del ciclo di autoformazione nato dall’Onda Anomala di Venezia “Anomalie Urbane”, attraverso  i racconti e le speculazioni teoriche dei membri del gruppo Archizoom;  l’analisi degli spazi, del tempo e dell’individuo (sia come creatore che come fruitore) nel loro rapporto con l’architettura contemporanea;  il ruolo della spontaneità e della radicalità nel processo genealogico dei nuovi orizzonti espressivi; la riqualificazione urbana e sociale dei quartieri attraverso la lotta per il diritto all'abitare e per spazi di produzione culturale indipendente (ASC, URBAN CODE, LABORATORIO MORION); la sostenibilità nella pianificazione e nel
progetto; le modalità della progettazione partecipativa;  il riuso e l’autorecupero dei materiali e degli spazi (insieme a Exyzt e Rebiennale);  la stretta relazione tra le emergenze  e l’esigenza del rifiuto degli iter e delle speculazioni private o istituzionali che necessita di risposte urgenti e comuni (i migranti e i conflitti nella metropoli del terzo millennio ed il loro rapporto con la governance, indagati insieme al collettivo  STALKER, e a Laura  Fregolent,  o l’analisi e le possibili soluzioni per la questione abitativa  di cui abbiamo parlato con Andrea Branzi e Giovanni Caudo).

Oggi la fotografia della città di Venezia, nella sua specificità territoriale,  mostra la realtà dell’esodo e del degrado abitativo, della messa a valore della sua essenza storica e dei suoi monumenti, del suo ruolo di laboratorio della precarizzazione,  all’interno della fabbrica della cultura, di quelle soggettività produttive cognitive post-fordiste, che subiscono in primis gli attacchi ed i tagli alla ricerca, all’università, allo spettacolo, alla cultura.

In tale contesto questi succitati spazi possono diventare luoghi comuni di socialità e di cooperazione  tra chi vive la città e chi la attraversa (in particolare studenti e docenti ma anche artisti e architetti),  tra chi ne usufruisce e chi la crea, tra la popolazione residente e la popolazione quotidiana od occasionale.

Le pratiche di riappropiazione, condivisione coinvolgimento e fruizione stanno alla base della creazione di un habitat condiviso.

Il workshop si snoda in una serie di interventi ‘deboli e diffusi’ che nel quartiere di S.Marta, insieme agli abitanti e agli studenti delle facoltà di architettura e design, e a Cà Tron nella sede della facoltà di pianificazione,  intrecciandosi con il workshop “Giardini Segreti”, mirano a creare situazioni che permettano tramite nuovi spazi di fermata la permanenza dell’outsider e fungano da blocchi di flusso.

Obbiettivo è facilitare a Santa Marta un’interazione tra diverse identità  che coabitano senza dialogo nella stessa area,  trasformando spazi 'inerti' e di passaggio in connettori sociali e permettere  invece a Ca Tron lo sviluppo del rapporto tra studenti e città.

Il Workshop si aprirà il giorno 22 Ottobre, alle ore 11.00, presso la sede IUAV dell’ex cotonificio di S.Marta,  con una conferenza tenuta dal collettivo Refunc, da Lucia Babina di iStrike, dal gruppo Rebiennale e dall’Asc.

Al termine dell’incontro seminariale, verrà  aperto ed allestito un cantiere sociale nel quartiere popolare di Santa Marta,  in cooperazione  con residenti ed occupanti, che si protarrà nei giorni seguenti (23 e 24 Ottobre), e in cui si realizzeranno vari manufatti a partire dai materiali forniti da Rebiennale agli studenti e alle comunità e reti coinvolte nel progetto.

Le metodologie scelte di autorecupero e autocostruzione, strumenti innovativi e antispeculativi, implicano la salvaguardia del legame  storico-affettivo con il luogo per gli abitanti coinvolti, di quello relazionale con il territorio (sia per chi attraversa  gli spazi, che per chi vi progetta e realizza )  nonché l’abbattimento dei costi economici e la creazione di rapporti.


Dalla mattina del  giorno 27 invece l’appuntamento è nella sede di Pianificazione della Facoltà Iuav , presso Cà Tron, dove insieme ai colletivi Do Knit Yourself e Guerrilla Gardening, e a Magda Sayeg, si proseguirà il lavoro iniziato a Giugno dal laboratorio ‘Giardini Segreti’, analizzando alcune proposte progettuali formulate dagli studenti, verificandone la fattibilità in relazione alla specificità e alla storia del luogo, e realizzando una serie di installazioni atte alla riqualificazione del giardino e degli ambienti retrostanti che saranno allestiti per ospitare gli  artisti e gli architetti invitati ad intervenire e collaborare.