Fonte: LaNuovaVenezia 23.11.09

Vinyls, tutti sotto le torri presidiate

Scatta la cassa integrazione ma i lavoratori vanno in fabbrica

24 / 11 / 2009

Primo giorno da cassintegrati oggi per gran parte dei dipendenti della Vinyls in amministrazione controllata. Tutti i lavoratori, però, si sono dati appuntamento sotto le due alte torri della Vinyls, presidiate a turno da giovedì scorso. Fine settimana sulle torri malgrado il freddo e l’altezza e oggi un’� altra giornata di tensione e rabbia per i 230 dipendenti di Vinyls che si sono visti annunciare la cassa integrazione straordinaria alla vigilia dell’atteso riavvio della produzione di pvc.

La situazione è talmente tesa e sul filo di nuove esasperazioni, che negli ultimi due giorni si sono succeduti appelli - di sindacati, commissari e istituzioni - di un urgente intervento di mediazione del Prefetto. Da giovedì, i lavoratori presidiano a turno due alti torri degli impianti Cv22 e Cv24 per protestare contro «l’improvvisa e unilaterale» messa in cassa integrazione di ben 176 dei 230 dipendenti dello stabilimento di Porto Marghera, decisa dai tre commissari straordinari - gli avvocati Mauro Pizzigati e Giorgio Simeone e l’ingegnere Appeddu - su indicazione dell’attuale direttore aziendale e già amministratore di Ineos Italia e Vinyls, Diego Carmello.

A Porto Torres, in Sardegna, ieri gli operai dello stabilimento Vinyls, hanno deciso di cominciare uno sciopero della fame contro la cassa integrazione per 101 dei 132 dipendenti. A Porto Marghera i lavoratori - che fin da giovedì contestano la messa in cassa integrazione - decideranno questa mattina se continuare il presidio delle torri e altre forme di lotta o continuarle finché i «commissari» non accetteranno di rivedere numeri e durata della cassa integrazione, richiesta formalmente per 12 mesi.

Per i sindacati, la questione fondamentale resta il «riavvio» degli impianti produttivi, fermi da mesi per mancanza di materie prime. Mesi, in cui, a fronte della mancata produzione, sono stati garantiti comunque gli stipendi a tutti i dipendenti, compromettendo ancor più il bilancio di Vinyls Italia che nell’a gosto scorso è stata dichiarata «insolvente» dal Tribunale fallimentare per 136 milioni di euro e circa 800 singoli debitori (dipendenti compresi).

I commissari giustificano, infatti, il ricorso alla cassa integrazione straordinaria, come unica strada del rispetto della legge - che vieta di riavviare in perdita la produzione in un’a zienda in amministrazione straordinaria - per «presentare dei conti accettabili alle banche che debbono garantire, con una fideiussione, il pagamento delle materie prime ad da Eni». Cgil e Cisl, in particolare, contestano il numero eccessivo di lavoratori in cassa integrazione «proprio in una fase di riavvio degli impianti è pericoloso perché non può garantire che tutte le necessarie operazioni vengano compiute nella più assoluta sicurezza» in impianti a rischio di «incidente rilevante» come quelli di Vinyls.

Gianni Favarato

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