Francia bloccata e tre milioni in piazza: Macron alle strette sulla riforma delle pensioni

Violenti scontri a Parigi e in altre città nel giorno del sesto sciopero generale indetto dall'inizio della mobilitazione nazionale contro la riforma sulle pensioni.

8 / 3 / 2023

Doveva essere il blocco totale della Francia, e così è stato. Lo sciopero generale del 7 marzo, fatto in coincidenza con l’inizio della discussione sulla riforma delle pensioni in Senato, è stata una di quelle giornate memorabili per la Francia, non solo per il segnale politico di estremo impatto dato al governo transalpino, ma nell’indicazione che viene data all’Unione Europea che considera le pensioni uno dei grimaldelli per dare vita a un nuovo trend restrittivo dei diritti sociali nel settennato in corso.

Ma l’aspetto più significativo è il fatto che i due mesi di altissima conflittualità sociale in Francia stanno andando ben oltre la vertenza e stanno assumendo tratti di una generalizzazione che è evidente non solo nelle giornate di sciopero. Basti pensare alle continue occupazioni di scuole e università che si stanno susseguendo in tutto il Paese da diverse settimane o all’intreccio con le battaglie dei movimenti climatici che ridanno corpo a quel famoso slogan coniato durante il movimento dei gilets gialli fin du monde, fin du mois, même combat.

Tornando allo sciopero di ieri, già in serata la CGT ha comunica alcuni dati che dimostrano quanto il blocco del Paese sia stato reale e non solo evocato. Tutte le raffinerie francesi sono rimaste senza carburante, le principali zone industriali sono state bloccate fin dalla notte precedente, così come la navigazione merci su molti canali sul Reno. Ma è soprattutto il settore dell’energia quello ad aver subito i principali contraccolpi: le centrali nucleari francesi hanno fornito 12500 MW di energia elettrica in meno e anche molte centrali termiche e idroelettriche si sono fermate. La CGT energia ha annunciato inoltre che 3 dei 4 terminali gasiferi francesi rimarranno bloccati per 7 giorni.

Ma il livello di conflittualità si è espresso soprattutto in piazza, con manifestazioni partecipatissime in tutte le città del Paese e scontri con la polizia in molte di queste. In totale sono oltre tre milioni le francesi e i francesi che hanno manifestato ieri, un numero altissimo se si considera che è la sesta volta che questo accade dall’inizio dell’anno.

Abbiamo seguito da vicino la manifestazione di Parigi (leggi la cronaca multimediale sul nostro canale teregram), che ha visto la presenza di oltre seicentomila persone. Che fosse una giornata campale lo si è colto già dalle prime ore del mattino, quando sono partiti blocchi stradali e barricate con i cassonetti davanti a varie scuole. Savres Babylone, luogo del concentramento, si è iniziata a popolare di gente già in tarda mattinata, mentre studenti e studentesse si sono mossi in corteo spontaneo dalle varie facoltà occupate tallonati dalla polizia, che si è mostrata fin da subito estremamente tesa. Sono stati 6000 gli agenti impiegati nella sola capitale francese e a rendere il clima più incandescente sono state le recenti dichiarazioni del presidente Emmanuel Macron che vede in questa “riforma” un passaggio cruciale del suo secondo mandato.

La composizione del corteo è molto variegata: oltre a tutti i sindacati e agli spezzoni studenteschi è molto nutrita la presenza di attivisti climatici, ma anche di pezzi della società civile che finora non si erano mobilitati per questa protesta. Dopo mezz’ora circa dalla partenza della manifestazione, la polizia ha fatto irruzione nei pressi di Gare de Port-Royal. Cariche, lanci di lacrimogeni e razzi hanno spezzato la testa del corteo, ma i manifestanti hanno risposto subito facendo barricate con transenne e rimanendo compatti.

Port-Royal diventa teatro di scontri per diverse ore, con gli attacchi della polizia che si infittiscono e i manifestanti che provano a rispondere colpo su colpo. Si contano diversi feriti e fermi, ma il corteo riesce finalmente a raggiungere Place d’Italie intorno alle 18.

Anche prima dell’arrivo in piazza la polizia ha cercato più volte di disperdere la manifestazione, con lacrimogeni che sono stati lanciati anche ai lati del corteo, senza ottenere i risultati sperati.