Altri spargimenti di sangue

I golpisti parlano di dialogo, ma aumenta la repressione

Mentre il governo de facto continua a parlare di dialogo e mantiene un decreto che ha annullato le libertà individuali e collettive, il suolo honduregno è nuovamente impregnato del sangue dei suoi martiri. 

9 / 10 / 2009

Secondo i dati del Comitato dei Familiari dei Detenuti e Desaparecidos in Honduras (COFADEH), sarebbero 17 le persone morte a causa della violenza scatenata dalle forze repressive dopo il 28 giugno. Centinaia di feriti e quasi un centinaio di cittadini che subiscono l'accusa di sedizione per aver difeso l'ordine costituzionale interrotto dal colpo di stato. 

Dopo la morte di Wendy Elizabeth Avila, 24 anni, colpita da gas lacrimogeni sparati dalla polizia il 26 settembre durante uno sgombero di fronte all'ambasciata del Brasile, lo scorso venerdì, il 2 ottobre, il Prof. Mario Fidel Contreras Moncada, 50 anni, membro attivo della Resistenza e del Collegio dei Docenti dell'istruzione secondaria in Honduras (COPEMH), è stato assassinato a pochi metri da casa sua con due pallottole in faccia da due persone su una moto senza targa. 

"Sono già cinque gli insegnanti che sono stati uccisi dal colpo di stato, e questo ci dà un sacco di frustrazione", ha detto a Sirel il delegato del COPEMHOscar Recarte

Non possiamo seppellire un insegnante ogni settimana perché l'istruzione è stata una parte fondamentale in questa lotta contro il colpo di stato. Ci sono state ridotte le garanzie costituzionali, ci stanno assassinando e ci chiediamo per quanto tempo potremo sopportare tutto questo. 

I popoli del mondo devono prendere in considerazione ciò che sta accadendo e che non continueremo accettando di vedere i nostri compagni uccisi, ha concluso Recarte.

Quasi contemporaneamente, nel villaggio di Canculuncos, nel dipartimento di Santa Barbara, il leader contadino Lenca e membro della Resistenza, Antonio Leiva, è stato rapito e poi crudelmente assassinato da sconosciuti. 

Sabato 3 è morta Olga Osiris Uclés, di 35 anni, madre di quattro figli, membro attivo della Resistenza e dipendente del Ministero della Salute, che il 30 settembre era stata colpita dai gas lacrimogeni sparati dalla polizia per disperdere la dimostrazione pacifica di fronte alla ormai chiusa Radio Globo. 

La persecuzione, la repressione e la criminalizzazione della resistenza 

Secondo una ricerca condotta dal COFADEH, sarebbero 96 le persone accusate dal tribnale per il presunto reato di sedizione contro la sicurezza dello Stato, con il chiaro tentativodi terrorizzare i membri della resistenza contro il golpe. 

I detenuti che sono stati dichiarati prigionieri politici sono attualmente 45. 

Tra questi spiccano i casi di Agustina Flores Lopez, sorella della direttrice del Consejo Cívico de Organizaciones Populares e  Indígenas de Honduras (COPINH) e del Frente Nacional Contra el Golpe de Estado, Bertha Cáceres, e dei 38 agricoltori che avevano occupato L'Istituto Nazionale Agrario (INA), e che dal 1 ottobre hanno dichiarato uno sciopero della fame. 

"I 38 membri delle tre confederazioni contadine sono attualmente detenuti nel Centro di Diagnostica del Penitenziario Nazionale, aspettando che il prossimo martedì 6 ottobre, inizi l'udienza preliminare in cui il giudice deciderà se dare misure cautelari o se lasciarli in carcere", ha dichiarato Bertha Oliva, presidente di COFADEH

Siamo preoccupati per la loro intenzione di continuare lo sciopero della fame perché gli sono già state individuato varie malattie, e per questo ogni giorno un gruppo di medici volontari sta monitorando il loro stato di salute.

Di fronte a questa brutale repressione il COFADEH ha pubblicato un documento in cui richiede che la Corte Suprema e il procuratore generale smettano "di voltare le spalle alla giustizia e che rispondano per gli oltre 15 ricorsi presentati alla Camera Costituzionale per la violazioni dei diritti umani commesse dal regime attuale". 

Condanna anche "l'attuazione del decreto esecutivo PCM-M-016-2009 con cui si sospendono per 45 giorni le garanzie costituzionali a danno dell'integrità del popolo honduregno," la chiusura di Radio Globo e di Canale 36, in violazione al diritto di essere informati e le uccisioni perpetrate dai corpi repressivi del governo de facto. 

Infine, la COFADEH manifesta che "su nessuno di questi decessi cadrà l'oblio, e che nessuno dei suoi autori saranno protetti a lungo sal muro di impunità".

Aggiornamento: durante la giornata di martedí 6 ottobre, ai 38 membri delle tre principali confederazioni dei lavoratori dell’agricoltura e alle altre 13 persone, anch’esse catturate durante lo sgombero dell’Istituto Nazionale Agrario, sono state concesse misure alternative alla detenzione e dovranno affrontare il processo durante i prossimi mesi.

Le 51 persone hanno quindi potuto abbandonare i locali della Corte Suprema di Giustizia e fare ritorno alle loro case. Intanto, i lavoratori dell’INA affiliatial sindacato di questa istituzione, SITRAINA, hanno deciso di continuare con la loro protesta disconoscendo le nuove autorità di fatto, fino a che tutte le persone accusate di sedizione non vengano dichiarate innocenti.

Risultati del primo giorno di dialogo

La Resistenza davanti all'hotel dove si riunisce la OEA