Padova - La rete del sapere

Spunti di riflessione verso il workshop "Digital Repression" che si terrà Venerdì 10 Maggio alle ore 19 @C.S.O. Pedro

7 / 5 / 2013

Creative Commons, Copyleft, peer to peer, files sharing, sono tutte parole entrate a viva forza nel mondo di chi frequenta la rete. Spesso però se ne fa un uso superficiale, quasi banalizzato, trascurandone la profondità concettuale e la loro portata costituente. In più la facilità con cui internet mette di fronte all'utente il prodotto finito, tralasciando i mezzi e le persone che hanno contribuito alla sua realizzazione, non aiuta a risolvere il problema posto in evidenza.

Per questi motivi è necessario provare a ridefinire i termini iniziali della questione anche confrontandoli con campi della conoscenza o della vita quotidiana, che il più delle volte appaiono “solo” tangenti. Creative Commons e Copyleft non individuano solamente le pratiche oggettive per cui un testo o un opera vengono condivisi liberamente, ma anche un'etica che orienta la stessa produzione del lavoro. L'autore non si annulla (né vuole scomparire) dietro la cancellazione dei diritti riservati, anzi, cerca di far arrivare ad un pubblico, il più ampio possibile, i suoi lavori. Infatti, come ricorda un lucido contributo dell'EigenLab di Pisa pubblicato su DinamoPress, il sapere, quello vero e reale, non è prodotto di pochi ma, all'opposto, è il risultato di un continuo scambio di visioni e suggestioni, che permettono non da ultimo, l'originalità e la completezza dello stesso.

Se per il discorso sulle licenze libere la panoramica delineata risulta più facile a costituirsi, sulla questione del file sharing e della acquisizione peer to peer il terreno diventa più spinoso. Infatti oramai il discorso sembra essersi arenato esclusivamente solo sul giudizio di valore rispetto all'azione e non sul come lo si faccia e perché lo si faccia. Da qualche tempo alcuni portali di condivisione hanno redatto degli statuti (vedi quello di TNT Village), non solo per tutelarsi, ma anche per cercare di sensibilizzare chi consuma. L'utilizzo della rete dovrebbe, per quanto possibile, cercare di muoversi su piani comunicanti reciprocamente, favorendo lo scambio reale e non il semplice uso egoistico. Ragionare in quest'ottica permette di salvare molte produzioni dall'oblio che spesso le norme sul diritto d'autore favoriscono. In questo caso e su questa direzione, un approccio simile al web, restituisce dignità anche all'autore, evitando che il meccanismo della condivisione lo inglobi.

Ovviamente non si vuole essere ingenui e si ha ben presente che il più delle volte queste riflessioni appaiono vuota retorica se non vengono supportati da una pratica effettiva. Tuttavia se prese come premesse, possono favorire un utilizzo libero e consapevole degli strumenti multimediali in nostro possesso, per evitare, parafrasando le parole di Aaron Swartz, che solo chi abbia la fortuna di trovarsi al posto e al momento giusto, abbia la possibilità di usare un patrimonio che dovrebbe essere di tutti.

In quest'ottica Venerdì 10 Maggio alle ore 19 presso il C.S.O. Pedro, durante la serata di Sherwood Openlive, si terrà un workshop sull'utilizzo consapevole dei propri dati in rete, a cura dei ragazzi di Tracciabi.Li.

Luigi – Lab. Odradek

Per maggiori info e riflessioni ulteriori:
http://tracciabi.li/
http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=8742