Alessandria, la Casa delle donne rischia lo sgombero. Una lunga tre giorni di resistenza con spettacoli e concerti

4 / 4 / 2022

Ieri c’è stata la prima delle tre giornate di resistenza della Casa delle Donne di Alessandria, minacciata da sgombero.
L'ex asilo Monserrato occupato dal 2018, nel corso di questi quattro anni è diventato un punto di riferimento per la città, per tutte le donne e le soggettività non normate. Spazio di elaborazione politica transfemminista e di quotidiana creazione di uno spazio sicuro, solidale, libero, aperto.

Nonostante l’importanza e la pluralità di esperienze prodotte dalla Casa delle Donne, nessun riconoscimento è arrivato nel corso di questi anni da parte dell’amministrazione comunale leghista della città. E ora, a pochi mesi da nuove elezioni comunali, arriva la notizia di questo sgombero.

La solidarietà nei confronti della Casa delle Donne si è mostrata fin dai primi momenti dell’apertura della prima di queste tre giornate resistenti; tantissimə già nel corso della prima giornata l’hanno attraversata per difenderla insieme, mostrando come sia uno spazio indispensabile per la cittadinanza: bambinə, famiglie, giovani e giovanissimi hanno animato questo luogo per esprimere la loro solidarietà.

Nel corso dei tre giorni sono programmate moltissime attività e momenti di socialità cittadina: letture animate, assemblee e interventi di solidali accorsi da tutta Italia, laboratori di ballo, e numerosi momenti di incontro e confronto.

Il progetto che ha portato alla creazione della Casa delle Donne di Alessandria nasce da una necessità cittadina: nel 2018 un percorso di confronto e sensibilizzazione ha portato a una raccolta firme a sostegno di un progetto concreto in materia di violenza e sicurezza delle donne e soggettività LQBTQIA+, arrivando ad oltre tremila adesioni.

Davanti al rifiuto della Giunta Comunale di mettere disposizione di uno dei tanti spazi vuoti in città a disposizione di questo progetto, il nodo locale di Non Una di Meno ha deciso di riappropriarsi dello spazio dell’Ex Asilo Monserrato, allora in stato di abbandono, ed ora ristrutturato e riempito di progetti, attività di supporto a donne e soggettività LGBTQIA+, momenti culturali di ogni tipo.

Nel corso degli anni la Casa delle Donne si è costruita una legittimità politica di spazio sicuro e transfemminista attraverso anni di politica collettiva con una proposta sociale per la città; tra sportelli, una biblioteca femminista, presentazioni di libri, proiezioni, assemblee, laboratori per bambini e adulti, aperitivi sociali e momenti di svago e formazione, quattro edizioni del festival “MIA. Un genere di arte”, la Casa ha costruito una realtà di elaborazione politica e di confronto fondamentale, unica ed indispensabile in città.

Questi spazi sono fondamentali all’interno di una città e la Casa delle Donne è la conferma di come una determinata politica riesca a creare una socialità in cui tuttə si sentano inclusə, sicurə, e parte di una comunità.

La solidarietà mostrata dalla comunità nei confronti della casa delle donne mostra chiaramente la sua importanza in città, l’importanza di questi spazi liberi, e la necessità di difenderli da qualsiasi attacco o minaccia di sgombero ad opera di noti partiti e personaggi politici, da istituzioni che non riconoscono queste fondamentali esperienze.

 La Casa delle Donne non si sgombera!