Francia - Il lavoro o la prigione

23 / 10 / 2010

La requisizione delle raffinerie in sciopero è illegale. Così ha deciso il Tribunale di Melun (Seine et Marne, dove si trova la raffineria Total di Grandpuits che alimenta la regione Île-de-France e Parigi nonché simbolo del blocco dei depositi di carburante.  Un sito strategico in tutti i sensi, politico e sindacale, economico.

Da giorni, insegnanti e studenti, personale dell'ospedale e della posta, pensionati, famiglie e lavoratori si davano appuntamento a qualsiasi ora del giorno e della notte ai cancelli per aiutare fisicamente e materialmente gli operai e i dipendenti della Total in sciopero. Un momento di scambio indispensabile per non permettere l'isolamento voluto dalla direzione di Total (in testa alle rendite del CAC40) e dal governo tramite la prefettura.

Una solidarietà forte e ininterrotta dall'inizio della mobilitazione contro la riforma delle pensioni.  Un sostegno necessario ad una lotta in cui i lavoratori in sciopero hanno perso giornate di salario e stanno subendo pressioni enormi, minacce, ricatti e aggressioni.  Restano determinati e consapevoli dei rischi, disponibili a discutere con chiunque dell'esperienza della mobilitazione, delle loro condizioni di lavoro e dello sciopero. Nonostante la fatica evidente dopo giorni carichi di tensione, il picchetto è sempre stato conviviale, assolutamente pacifico. 

170 lavoratori in sciopero sono stati requisiti, molti prelevati direttamente a domicilio per andare a lavorare o in questura per la denuncia.

Requisiti per procedere alla consegna, al carico, al pompaggio e alle operazioni tecniche necessarie alla preparazione dei carburanti e di tutti prodotti della raffineria destinati ai clienti che si presentano ai cancelli del deposito.

Il prefetto aveva giustificato l'ordine si intervento con "il rischio grave di turbamento dell'ordine pubblico". Dalle cinque del mattino di venerdi 22 la polizia ha vietato l'accesso, sia in auto che a piedi, alle strade che portano al deposito. Nessuno poteva passare per raggiungere i lavoratori in sciopero che fanno i turni (orari: 6-14-22) per reggere il blocco.

Ma la vittoria legale contro il prefetto non placa l'esasperazione dei lavoratori, molti dei quali feriti a causa degli scontri con le forze dell'ordine arrivate per liberare il passaggio alle auto-cisterne che forniscono i distributori di benzina.  L'attacco contro il diritto di sciopero è stato sventato da un 'contrordine'  giudiziario  che annulla la decisione prefetturale ma le requisizioni possono continuare riformulando l'ordine dato dal governo di Sarkozy di porre fine allo sciopero con la forza e la violenza.

La penuria di carburante e lo sciopero parziale dei treni incombe sul voto della riforma delle pensioni passato al Senato ed entrato ormai nella fase conclusiva al Parlamento. La metà delle stazioni di servizio è a secco mentre i ministri continuano a rassicurare l'opinione pubblica assicurando che tutto procede per il meglio e che tutti potranno partire in vacanza sereni  e con i serbatori pieni. Media e governo continuano a fornire dati in percentuali, dalle mobilitazioni alle riserve di carburante la danza dei numeri è entrata nella lingua dello sciopero. La cellula di crisi del governo constata che "la gente ha ripreso l'abitudine a consumare senza precipitarsi a fare il pieno.",  infatti... aspetta in fila la razione di litri.

Una trentina di università restano mobilitate in attesa della giornata di sciopero studentesco prevista per martedi 26 ottobre.

Gli studenti liceali, in vacanza fino al 3 novembre, non intendono abbandonare la protesta e restano organizzati in rete, molti non andranno in vacanza per via dello sciopero o perché non possono permetterselo. La maggior parte  degli studenti che frequentano i licei tecnici e professionali delle 'banlieues'  potrà approfittare del periodo di vacanza per partecipare alle mobilitazioni in corso.

Con una media di 200 arresti al giorno da oltre dieci giorni, un migliaio di studenti - quasi tutti incensurati anche se vengono definiti 'casseurs' professionali dai media - sono stati condannati spesso con le sole testimonianze degli agenti di polizia e deile riprese video dagli elicotteri.  Condannati ai domiciliari per aver tirato lontano un lacrimogeno caduto addosso o ai piedi. Molti hanno ricevuto tiri di flashball all' altezza degli organi vitali, alcuni sono stati colpiti con conseguenza gravi. Altri sono stati inseguiti e aggrediti alle spalle da agenti in borghese armati di manganelli e spray urticanti. In questi giorni,  i CRS hanno sparato centinaia di lacrimogeni in mezzo alla folla, anche dove passavano dei bambini, il corpo speciale antiguerriglia dell'esercito è intervenuto nelle zone abitate in mezzo ai passanti.

I sindacati hanno indetto altre due giornate di sciopero, il 28 ottobre e il 6 novembre. Il consenso al movimento è inalterato.