È sempre tesa la situazione politica in Ucraina ma la trattativa tra gli uomini del presidente Yanukovich e i rappresentanti dell’opposizione, che , a loro volta, relazionano ai manifestanti che tengono in pugno il centro di Kiev e più di 20 Palazzi del Potere, continua per canali sotterranei. Intanto si susseguono le delegazioni della UE, ora anche degli USA, che fanno la voce grossa affinché la soluzione sia individuata in una transizione politica che garantisca lo status quo. Lo stesso Putin si fa garante che gli aiuti economici promessi dal trattato bilaterale saranno onorati anche in caso di un cambio di governo. La prolungata ingovernabilità del paese e una sua destabilizzazione profonda fanno paura tanto a Putin che all’Europa.
Tutti, dunque, premono perché si vada al più presto ad una pacificazione delle piazze ucraine in vista anche della prossima apertura delle olimpiadi invernali di Sochi. I richiami all’ordine o ad una pacifica soluzione rimangono, per ora, inevasi nonostante le dimissioni del governo, il ritiro delle leggi liberticide e l’offerta di una amnistia per i manifestanti che rimane condizionata alla disoccupazione dei palazzi del Potere e all’abbandono delle barricate. Ma i manifestanti non ci stanno, sono consapevoli che la loro forza sta nel tenere le posizioni, hanno compreso che i partiti politici che stanno trattando con il Potere sono parte del potere stesso. È un braccio di ferro che si trascina da giorni con annunci di un possibile ‘golpe militare’ come ha dichiarato
il
partito di Yulia Timoshenko che ha denunciato al capogruppo della diplomazia
europea Catherine Ashton: «intervento dell'esercito contro i manifestanti antigovernativi
è molto probabile» posto che l'esercito ha chiesto al presidente ucraino
Ianukovich di «prendere misure di emergenza per stabilizzare la situazione nel
Paese».
Una accusa che i servizi segreti ucraini (Sbu) rovesciano sul
partito di Timoshenko: «Un'inchiesta per
tentativo di presa del potere è stata aperta dopo l'esame dei server
sequestrati in dicembre nella sede del partito Patria a Kiev», ha detto Maxim
Lenko capo del dipartimento indagini dello Sbu.
pressioni ed intimidazioni che colpiscono pesantemente il variegato ventaglio
delle opposizioni e movimenti che hanno riempito e occupano le piazze: Dmitro Bulatov,
è stato ritrovato dopo una settimana mezzo morto, massacrato e torturato, è il leader di AutoMaidan, il ramo
delle manifestazioni antigovernative che organizza cortei di auto per protestare
davanti alle ville fuori città dei politici al governo.
Nella
notte a Kiev degli sconosciuti hanno dato
alle fiamme sette automobili di proprietà di manifestanti del gruppo
AutoMaidan, inoltre, sono state bruciate anche l'auto di un giornalista di
'Canale 5', tv vicina all'opposizione, e un'auto di impiegati dell'ambasciata
del Canada, il cui governo pochi giorni fa ha vietato l'ingresso nel Paese ai
dirigenti ucraini implicati nella repressione violenta delle manifestazioni di
Kiev. Nella notte tra il 29 e il 30 gennaio erano già state bruciate più di 20 auto di manifestanti.
Quello di Bulatov non è l'unico rapimento di un manifestante antigovernativo in
Ucraina, infatti alcuni giorni prima del suo ritrovamento, un commando di 10
persone aveva sequestrato e ucciso un altro dimostrante, Iuri Verbitski, il
manifestante è stato prelevato da un ospedale di Kiev, dove era ricoverato per
una ferita a un occhio in seguito a uno scontro con la polizia, insieme a un altro
manifestante, Igor Lutsenko, morto in seguito alle ferite riportate negli
scontri. Da giorni circolano voci di agguati con pestaggi di
attivisti sorpresi mentre rientrano a casa o nelle sedi di ritrovo, di
sparatorie da macchine in corsa contro gli assembramenti lontani dalle zone
protette dalle barricate.