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Con almeno una ventina di atelier di discussione al giorno, promossi da centinaia di associazioni e collettivi, il tema dell’ immigrazione si è rivelato anche in occasione del Forum Sociale Mondiale di Tunisi una preziosa lente con cui intepretare la realtà e l’attualità di un modello di sviluppo che rinnova ingiustizie e disuguaglianze.
Tra le varie questioni affrontate in queste tre giornate di Forum,
vale sicuramente la pena riportare innanzitutto la volontà di
coordinare iniziative contro la crescente consapevolezza e critica degli
effetti delle politiche securitarie europee verso gli assetti economici
e politici del continente africano. Insieme al processo di
esternalizzazione della frontiera europea che costringe i paesi africani
ad eseguire rimpatri ed espulsioni collettive calpestando
sistematicamente i diritti umani, si afferma l’imposizione di nuove
relazioni internazionali tra gli stessi paesi africani: è a Bruxelles,
ad esempio che si decide la politica dei visti della Mauritania verso i
paesi confinanti, constringendo questo paese ad adottare una legge
sull’immigrazione che introduce l’obbligo del permesso di soggiorno per i
cittadini africani che attraversano il paese nel loro percorso verso
l’Europa, oppure del Mali, dove recentemente con fondi UE è stato
finanziato un sistema per il controllo biometrico degli accessi sul
territorio nazionale.
Campagne come Watch the Med e FrontEXIT,
presentate in questi giorni al Forum, assumono quindi l’obiettivo di
costruire reti di pressione sugli organismi politici sia europei che
africani, partendo dalla consapevolezza che le rivoluzioni della
primavera araba hanno aperto un varco importante per rivendicare
trasparenza e partecipazione rispetto agli accordi di cooperazione e
sviluppo.
La presenza dei rifugiati diniegati di Choucha Camp in Libia da un lato, e quella del Forum dei rifugiati in Germania dall’altro, ha imposto invece un altro tema centrale del governo dei movimenti migratori, ossia quello del diritto di asilo calpestato e negato. I rifugiati di The Voice Refugees’ Forum hanno denunciato le violazioni dei diritti fondamentali dei rifugiati in Germania, nel cuore dell’Europa, mentre i rifugiati dimenticati a Choucha Camp hanno smascherato il sistema della protezione internazionale, utilizzato come strumento di filtro e selezione dei migranti.
Partecipata da oltre trecento persone, la maggioranza in delegazioni di altrettanti collettivi ed esperienze concrete, l’assemblea finale dei Movimenti dei Migranti e delle Organizzazioni di solidarietà ha raggiunto un primo risultato importante e inedito nella storia del FSM: far convergere in un unico luogo ed attorno ad un’unica piattaforma i percorsi per l’affermazione della libertà di movimento e del diritto di soggiorno.
Acclamati con grandi applausi le premesse dell’agenda dei movimenti migranti: chiusura di tutti i centri di detenzione, libertà di circolazione e soggiorno per tutti, cittadinanza universale.